ArtCode

Nel lontano 2007 io e la mia amica, allora collega, Valentina Montresor ci affacciavamo per un attimo al mondo dell’arte con il progetto ArtCode. Nella forma e nella sostanza le nostre opere erano estremamente interessanti come approccio estetico, prendevamo infatti in prestito un elemento per sua natura commerciale come il codice a barre e ne creavamo un’interpretazione artistica fotografica assai lontana dalla sua natura originale; tuttavia quello che a me ha sempre divertito di questa attività era la scomposizione dell’immagine in vuoti e pieni, la creazione di spazi nulli che tuttavia l’occhio non può fare a meno di colmare per poter decifrare ciò che gli sta davanti. 

La vera bellezza di opere come le nostre, ma non solo, anche lavori più famosi come quelli della pixel art, o semplicemente logo come quello di FCA, credo stia non tanto nell’estetica, ma nel portare la visione ad un livello più profondo perché là dove l’elemento manca, la nostra mente ne ricerca la continuità sforzandosi di riempire il vuoto informativo con l’immaginazione.