15Nov, 2021
Serif vs Sans Serif
Ho già parlato di font e di quanto sia importante utilizzarne uno che sia in linea con il messaggio che si vuole dare, ma dirlo è una cosa applicare il concetto un’altra. Esistono infatti svariate migliaia di font disponibili e trovare quello giusto non è semplice. Per prima cosa è importante fare una distinzione fra i caratteri serif e sans serif; i due termini arrivano dal francese e vogliono dire rispettivamente graziato e senza grazie. Le grazie sono le parti terminali delle aste del carattere che al fondo sono leggermente prolungate, quelle terminazioni leggermente leziose una volta servivano ad agevolare il lavoro degli scalpellini che avevano difficoltà ad incidere ad angolo retto, oggi sono motivo di distinzione fra le due macro categorie appunto serif e sans serif. Queste due famiglie hanno un importante differente modo di comunicare, infatti i primi sono più classici, con uno stile più retrò e con un potere di leggibilità maggiore perché maggiormente accoglienti e accomodanti per la vista; i secondi sono più moderni, più duri, quasi più minimal in carte varianti ed hanno una capacità comunicativa diversa, più facile, più diretta, ma nella moltitudine di parole più impegnativa per il visus. La scelta di uno o dell’altro dipende quindi dal testo, dal suo contenuto, dalla sua lunghezza e dal suo significato o dal significato che vogliamo attribuirgli. Questo è uno dei motivi per cui, stilisticamente parlando, sovente mi piace abbinare serif e sans serif creando così contrasto visivo, ma non solo, garantendo una gerarchia di contenuti e una molteplicità di applicazioni di uno e dell’altro all’interno della stessa comunicazione a seconda dei suoi diversi scopi.